I selfie, la grande nebulosa e la duckface mania

Click! Hm, dai, un’altra. Inclino la testa in avanti, alzo un sopracciglio. No, così escono le rughe sulla fronte. Aggiusto i capelli davanti agli occhi. No, così non ci vedo. Facciamo un mezzo sorriso. Click! Controllo lo schermo del mio cellulare.

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Hm, vabbè. Passiamo ad altro!

 Sì, lo so: è da una vita che non scrivo. La mia non è cattiva volontà. Giuro! È che sono stata impegnata con lo studio. Per certe cose ci vuole tempo. Le analisi approfondite non si possono fare in pochi giorni. Ci ho messo un po’, ma alla fine ce l’ho fatta: se non si era capito dall’introduzione, parliamo di selfie!

Già… Un po’ misero, direte voi. Ma in realtà, la questione del selfie è abbastanza complessa. Il fenomeno è diventato internazionale: riguarda proprio tutti, nessuno escluso. Se volessimo – e vogliamo, a questo punto – potremmo classificare le varie tipologie di selfie, la preferenza delle inquadrature in base a età, corporatura e cittadinanza. Un lavoraccio, me ne rendo conto, ma qualcuno doveva pur farlo. Quindi, state tranquilli: ci ho pensato io!

Dopo aver passato un po’ di tempo sui vari social e chiesto ad amici e conoscenti, ho finalmente evidenziato una classifica: le 5 tipologie di selfie peggiori. Al primo posto – rullo di tamburi – c’è il famoso selfie “culo di gallina”, detto anche “bocca a papera”. Non ho la minima intenzione di spiegarvi di cosa si tratta: impossibile che non ne abbiate mai visto uno. Ho scoperto con mio grande stupore che questa mania riguarda tutte le età (dai… potrei capire le liceali, ma voi, donne adulte, che vi salta in mente?!) e tutti i generi (certe cose, dai maschietti, proprio non me le aspetto!). Sarà per la costanza con la quale lo vediamo apparire sulle “bacheche sociali”, ma il “duckface selfie” è stato eletto come “peggiore autoscatto” di sempre.

Segue nella classifica il selfie “aftersex”. In due parole, il selfie di coppie che si ritraggono dopo le effusioni (sempre che ci siano effettivamente state). Le femminucce intervistate hanno gridato allo scandalo, alla dignità femminile calpestata, alla bassezza che siamo abituati a vedere quotidianamente tramite i social, ecc. La verità è che selfie del genere mettono una profonda tristezza. Avete un rapporto a due appagante e siete soddisfatti della vostra vita di coppia anche sotto le lenzuola? Bene! Risparmiate i Giga della promozione Internet per comunicarlo al mondo intero, ché il mondo c’ha già da pensare alle ultime tendenze moda-mare per quest’anno, ai gossip sui vip e a “come dimagrire senza attività fisica”.

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E – a proposito di mare – i terzi in classifica sono proprio i beach selfie. Parliamo qui di tutti quegli scatti fatti al mare con vista sulle cosce e sfondo della spiaggia. Ora, io non voglio dire, ma… perché? Una foto del bellissimo mare davanti al quale ti trovi no?! Ah, dimenticavo, è quella piccola mania di egocentrismo che, nel migliore dei casi, fa dire al fotografo: “Io c’ero, se non ci metto un po’ di me, non ci crederanno!”. Nel peggiore dei casi è solo un altro modo per farsi notare. Eh sì, perché le varianti del selfie con le cosce di pollo al mare, sono una meno sensata dell’altra (forse per questo sono diventate tendenze): si passa dal bikini bridge selfie – scatto dal punto di vista del fotografo in cui si nota lo spazio che si crea tra la mutandina del costume e l’anca – al boobstagram – autoscatto al decolté. Ragazzi, preparatevi, la stagione sta per ricominciare…

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 Il quarto posto della classifica “I selfie peggiori” è stato assegnato all’autoscatto birichino in cui lei ha lo sguardo sexy e un dito vicino alle labbra – non ci hanno risparmiato la versione maschile: sguardo sexy che si regge il mento, della serie “Sto svolgendo uno studio per far crescere il radicchio su Plutone”. Quasi terribili quanto la versione “duckface”, questi selfie non hanno da essere commentati. Lasciamo ai posteri – poveri loro – l’ardua sentenza.

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 Al quinto posto, il selfie sportivo in palestra, in cui si vede il soggetto vicino agli attrezzi e davanti allo specchio. Che poi c’è da chiedersi se effettivamente vanno in palestra per fare sport, o per i fantastici specchi a muro. A questa classifica possiamo aggiungere i Belfie (scatto al lato B, spesso fatto in bagno, con tanto di tazza in secondo piano. Una sciccheria!) o ancora il selfie “dormiente”, scattato da ignoti. Eh sì, perché se tu dormi e poi ti ritrovi una tua foto sullo smartphone, non si tratta di autoscatto: qualcuno ti ha immortalato a tua insaputa. Fin qua non fa una piega. Ma siccome dalla foto è evidente che si tratta di autoscatto – e cioè che ti sei scattato la foto mentre facevi finta di dormire – mi viene da chiedere: “ma che davvero?!”.

Ad onor del vero, questo studio nasce dal fatto che esiste una profonda spaccatura tra i professionisti dell’autoscatto e quelli come me, per cui il selfie da competizione è una grande nebulosa nella quale è meglio non entrare. Due mondi paralleli che non si incontreranno mai.

 #selfiemania #tuttacolpadimurphy #ecciao

 

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