La vita di noi donne non è facile. Lo sanno bene le mamme, le nonne, le signore e signorine, le zie e le cugine. Massaie e non, tutte – prima o poi – attraversano momenti difficili. Quando non si tratta di affrontare giornate di ansia e preoccupazione per la prima gita della prole, si parla di momenti di ingiustificata euforia per il primo dentino venuto via. Per non parlare delle donne – categoria alla quale appartiene la sottoscritta – che soffrono di “risata a sproposito” nei momenti meno opportuni possibili. Alcune donne devono fare i conti con il capello crespo, altre con le occhiaie. C’è chi deve sopportare la convivenza con la cellulite o con le maniglie dell’amore… e chi si è beccata entrambe perché Madre Natura è stata molto generosa.
Ma le donne sono forti. Le donne possono tutto. Sono capaci di tutto. Possono fermare la deriva dei continenti con la sola forza del pensiero e con l’uso di quel nuovo intimo a farfalla, il butterfly bra, che si appiccica alle tette e quando tiri la corda centrale ti fa passare da una prima ad una terza abbondante prima ancora che tu abbia avuto il tempo di dire “TETTE, A ME!”. Le donne sono capaci di inventarsi un menù gourmet – con tanto di contorno, dolce, caffè e ammazzacaffè – pochi minuti dopo averti avvisato che nel frigo ci sono solo due patate bollite e una scatoletta di surimi scaduta. Spesso sono imprenditrici di loro stesse, professioniste, sempre in costante aggiornamento per non sentirsi dire che valgono meno degli uomini.
La vita di noi donne non è facile, dicevo. Ma nulla – badate bene, maschietti che popolate il mondo cibernetico dell’Internet – NULLA è tanto difficile quanto LA PRIMA DOMENICA DEI SALDI ESTIVI.
Eccerto, perché qui si vanno a condensare una serie di fattori dalla pesante valenza emotiva: il caldo, il capello crespo, l’aria condizionata a palla nei negozi, il marito/compagno/fidanzato/amico gay/amico che ci sta a provare/genitore a seguito con lo sguardo depresso del cane abbandonato in autostrada sotto la pioggia, la voglia di mare, il tutto misto alla primordiale necessità di “beccare-l’offerta-giusta-perché-sono-i-saldi-costi-quel-che-costi”. Avete capito bene: COSTI QUEL CHE COSTI. Il che significa, per intenderci anche in gergo maschile, che una donna può innamorarsi dell’ultimo stratosferico, stupendo, irripetibile, irriproducibile paio di scarpe firmate, anche se di due numeri più piccolo rispetto al suo. Se fosse uomo, a questo punto desisterebbe. Invece no, lei è donna: lo prova, lo trova stretto e scomodo… ma lo compra ugualmente perché “sono i saldi e non voglio farmelo sfuggire”.
Inoltre, la donna, che già per natura è altamente competitiva, sviluppa in questi casi specifici – o meglio, fa venir fuori – tutto l’istinto predatore che è in lei, cristallizzato nei secoli, da quando la specie umana si è evoluta su due zampe. Eh già! Mai trovarsi – ragazzi, prendente nota: è fondamentale – tra due donne che nel centro commerciale hanno adocchiato lo stesso intimo a 19,99 euro scontato del millemila percento. Potreste rimanere travolti – oh ignari spettatori – da sguardi minacciosi che passano a ritmo cadenzato dall’oggetto del desiderio alla contendente dall’altra parte del bancone. Per non parlare delle soffiate di fumo dal naso e delle sbruffate cosmiche per destabilizzare la rivale e dissuaderla dal tentare prove di forza.
Se poi vengono alle mani – hanno inventato il nuovo gioco del “chi-lo-acchiappa-prima-ha-vinto” – state pur certi che difenderanno ciò che ormai appartiene loro di diritto con le unghie e con i denti, urlando tra i reparti “signora-l’ho-visto-prima-io!”. In quel caso, maschi costretti a seguirle in ogni negozio invece di stare stesi sul lettino in spiaggia, scappate. Scappate velocemente e non guardatevi mai più indietro.
Che fatica, essere donne!
#tuttacolpadimurphy #ecciao