Il Signor Dito, la capra in motocicletta e Giovanna

Ragazzi, è successo ieri mattina: appena sveglia, entro in cucina. La televisione è accesa. In onda, una pubblicità che sponsorizza un prodotto utile ad eliminare dei fastidiosi funghi sotto le unghie (eh sì, lo so fa schifo… ma tant’è!). Vista così, con gli occhi ancora appiccicati dal sonno, mi è preso un colpo. Ad interpretare la parte del malcapitato affetto da funghite c’era un Signor Dito, vestito con giacca e cravatta, che chiedeva consiglio ad un altro dito, anche lui vestito di tutto punto. Beh, come dirvi… quelle due dita che uscivano fuori dai colletti con cravatta tutto sembravano tranne che dei segmenti terminali delle mani. E chi vuole capire, capisse… Quindi è da ieri che una domanda turba i miei pensieri: che sta succedendo al mondo della pubblicità? No, serio. Se mi fermo a pensarci mi si inceppa il cervello. Capisco che prima i messaggi promozionali erano troppo semplicistici – come dimenticare la famosa pubblicità anni ’80 dell’idraulico intento a riparare i rubinetti che schizzano acqua da tutte le parti?! – ma questa nuova generazione raggiunge livelli inimmaginabili.

publicità-anni-80
Già di mio guardo poca tivù: mi annoio con i reality che di reale hanno poco, mi annoio con i talk show e i loro opinionisti, mi annoio pure con i programmi che di base dovrebbero far ridere. In buona sostanza, mi annoio davanti alla tivù, anzi ad essere precisi la tivù mi fa schifo. Mi tengo comunque informata quel tanto che basta sull’attualità per mantenere un contatto con il mondo nel quale vivo. E ovviamente mi capita di imbattermi nelle varie pubblicità. Ora, con tutto il rispetto per chi queste pubblicità se le inventa, se le sogna la notte e ne fa il suo capolavoro, ma… non è che – la butto lì – fate uso di acidi prima della nanna?! Essì, amici inventori di messaggi promozionali… per forza dovete esservi calati qualche pasticca perché altrimenti non si spiega. Solo attraverso l’assunzione di droghe pesanti vi siete potuti immaginare una famiglia di culi in formato cartone animato che canta e balla sulle note di “Happy… shalala”. Sì sì… avete capito bene, proprio una famiglia di culi: il papà col baffo, la mamma con la fascia nei capelli, il ragazzino con le cuffie e la bimba con il fermaglio.
Un po’ come quell’altra pubblicità, quella di una famosa marca di snack che ha avuto la geniale idea di far incontrare un motociclista con un pizzetto lungo quanto quello di una capra con – guarda un pò come il caso fa bene le cose – una capra vera. I due si guardano ed è amore a prima vista: diventano amici per la pelle, vanno al bar e viaggiano insieme. Il tutto servito con una fastidiosissima musica di sottofondo che ti rimane in testa. Più che una pubblicità sembra uno dei trip di Rent nel film Trainspotting. Tu che ti inventi le reclame, ti prego, lo dico per te: dormi di più, pippa di meno. anglo_2000x1125_ewanmcgregor_trainspotting

Ma questo è niente ancora se consideriamo che nel 90% dei messaggi promozionali c’è bisogno di mettere un culo da fuori per vendere. Prima tra tutte – l’apoteosi delle pubblicità con un copione da film di serie B – è quella di una marca di silicone e vernici che propone la seguente scena: lui – con giacca da camera in seta e pigiama – esce sulla veranda e trova sua moglie insieme a quella che dovrebbe essere la colf occupate a verniciare un cancello. Hanno dei pennelli in mano. La loro occupazione è evidente (se non fosse che la colf è appollaiata su una scala, con minigonna inguinale, autoreggenti a vista e sguardo languido). Ma a lui viene da chiedere “Che cosa state facendo?!” (probabilmente confuso dalla situazione ambigua, pezzo di cretino). E la moglie – che vernicia il cancello con la parure di perle e la camicia in seta della domenica – risponde candidamente : “Sto verniciando e Giovanna mi aiuta!”. Stacco della telecamera sullo sguardo di Giovanna che la dice lunga sull’uso che fa dei pennelli e si torna sul marito che risponde “Brava Giovanna, brava”. Sguardi ammiccanti e assolutamente ambigui, musica di sottofondo da serate private, voce dello speaker calda e avvolgente.
No, dico io… tutta sta premessa da film sottoposto a Parental Control… per della vernice fresca?! Dai, analizziamo i fatti. Quanto è probabile che la padrona di casa riesca a verniciare vestita il quel modo? Dove sono il tutone, il mollettone in testa e le pantofole?! Perché creare questa suspense tra la ragazza arrampicata quasi in mutande su una scaletta e lui che ammicca. Come si riesce a far diventare una pubblicità per vernici il set di un film porno?! Tutti i verniciatori della domenica e non si saranno fiondati in ferramenta per acquistare il prodotto pensando a Giovanna o sperando di trovarla nel fondo del barattolo?! Ai posteri l’ardua sentenza (de merda!).

#tuttacolpadimurphy #ecciao

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