Il mio compleanno, il citofono e il barista diciottenne

Un paio di settimane fa c’è stato il mio compleanno. Sì, il 2 aprile. Quest’anno è capitato il giorno del Venerdì Santo. Quest’anno – e per il secondo anno consecutivo – l’ho passato in zona rossa rafforzata, che altro non è se non un lockdown in cui ognuno fa un po’ come gli pare, dicono. Il che significa che non ho potuto festeggiare come avrei voluto (che saranno mai una decina di boa di struzzo colorati, un paio di casse con musica ad alto volume, un bancone bar con free drink, un set di luci d’ambiente e una sessantina di invitati?!) ma ho comunque fatto preparare una torta – almeno quella – sulla quale è stata accomodata con eleganza una singola candelina. E così, dopo aver inondato di droplet la superficie fruttata della Millefoglie, ho espresso un desiderio, mi sono goduta “il mio giorno di gloria” e… [accenno del gesto inglese dell’ombrello] Tiè!

Ma bando alle ciance, il giorno del compleanno – e a dir il vero anche la settimana prima e quella dopo – è per me un periodo di bilanci, alla stregua dei bilanci di fine/inizio anno. Come me, molti di coloro che hanno ormai superato la trentina, in questa occasione pensano al tempo che scorre implacabile, alle conquiste guadagnate o alle disfatte subite. Qualcuno conta i capelli bianchi, qualcuno le rughe, qualcuno si passa una mano sul cranio pelato. Io, per genetica da parte della nonna materna, fino all’anno scorso ero considerata da tutti “molto-più-giovane-della-mia-età”. Il che corrisponde a dire “sei vecchia, ma non sembra troppo”. Per dieci anni mi hanno dato 25 anni. Fino ai 35, quindi, me la cavavo piuttosto bene e vivevo questi passaggi generazionali con disinvoltura.

Sì, perché fino a qualche anno fa, nonostante i trent’anni suonati, per la strada venivo interpellata sempre e solo con un cortese “signorina”. E’ vero, c’è stata quella spiacevole parentesi del nuovo barista di un locale pomeridiano – 18 anni e la pubertà che gli esplodeva sul viso – dietro il bancone che, notando la mia attesa, ha esclamato ad alta voce “Arrivo subito SIGNORA…”. Colpo assestato senza batter ciglio e al quale ho risposto con il decoro che si addice ad una vera donna. Semplicemente, incassando il mio primo S-I-G-N-O-R-A e non mettendo mai più piede in quel posto.

Matera, 2016

Nel tempo, anche gli anziani del paese hanno riposto in me sempre più fiducia. Non potrò mai dimenticare quella signora, curva sul bastone e fasciata nella sua gonna di lana grigia, mentre trascinava il suo immancabile carrello della spesa. I capelli sale e pepe, legati in una coda bassa, le davano un’eleganza di altri tempi. Un giorno, al mio passaggio, mi ha pregata con voce flebile “Signoriiina, puoi trovare il nome di mia figlia sul citofono, ché io non ci vedo?”. Ovviamente, mi sono data da fare. Sotto gli occhi vigili della vecchietta, mi sono avvicinata al portone da lei indicato. Povera stella, riponeva in me grandissime speranze, e non volevo deluderla. Chi avrebbe avuto il coraggio di dirle che da diversi anni ormai, mi si è abbassata la vista?! Ad ogni modo, ho fatto come ho potuto. Ho strizzato gli occhi così tanto per scovare il nome richiesto, che mi è venuta una fitta in mezzo alla fronte , manco avessi ingurgitato molto velocemente una vaschetta di gelato a seguito delle tribolazioni per una proverbiale rottura con un ipotetica dolce metà, come nei film. Ma ho mantenuto salda la mia posizione di inferiorità generazionale e ho reso un servizio utile.

Certo, non è facile andare al passo con il suo tempo. Io, dallo scorso Venerdì Santo, ho scoperto che, dopo i 35 anni, la vita è tutta in discesa. Ma non “discesa” perché, a seguito dell’ora X e del pretenzioso Happy-birthday, sia tutto più semplice e lineare. Piuttosto è una discesa intesa come capitombolo giù per le scale verso l’altisonante “Buongiorno, SIGNORA” (chi mi conosce sa che ci sono avvezza, ne trovate le prove qui (https://almarita85.wordpress.com/2021/02/01/il-film-della-mia-vita-la-porta-vetro-e-il-girone-infernale/) ! Ehi, io ve l’ho detto: questi 36 anni non me li sento, ma un po’ me li vedo! Chi può dir di meglio?!

#tuttacolpadimurphy #ecciao

39 pensieri riguardo “Il mio compleanno, il citofono e il barista diciottenne

  1. eheh, il primo drammatico “signora”!
    ma povero barista che ha perso una cliente, ma considera che per un diciottenne anche una di venticinque anni, quale sembri, è una donna avanti, una signora 🙂
    ml

  2. Io ho qualche annetto in più.
    Ogni tanto in azienda arriva qualche stagista (maschietto / femminuccia) età variabile 18-23.
    Quando mi dicono “buongiorno” invece del classico “ciao” mi sento Matusalemme.

  3. Non vederseli, ma sentirseli un po’: penso sia tutto regolare così 👐
    A me “signora” già lo dicono, però solo per telefono… perché di persona non dimostro i miei anni, e non sono ancora arrivata ai trenta! Qualcuno diceva che si faranno vedere tutti all’improvviso… non immagino che colpo 👀

  4. Ah ah ah ah!!! Sei simpaticissima! Agli auguri di buon compleanno (fanno sempre piacere, si dice), aggiungo la mia amicizia 🙂
    avrebbe detto il saggio… “Inizia ora la vita!” (è una frase che va bene a tutte le età, puoi ripetertela come un mantra ogni anno)

    ciao bella! ❤

  5. Stiamo veleggiando verso i 30 e da sempre la mia stessa età è per me un’incognita!
    La maggior parte delle volte mi danno almeno 5 anni anni di meno, dopo i 18 anni mi prendevano sempre per minorenne, di solito usano tutti automaticamente il tu, ma i vari “signora” sono riusciti ad arrivare lo stesso. Talvolta dai più grandi, più spesso da adolescenti/bambini. Mi fa sempre strano, però per prenderla con filosofia possiamo dire che cercano di essere educati 😂

  6. Prima di tutto auguri (ammessi, spero, nonostante il ritardo)! Anche io sono una geneticamente favorita, la mia famiglia , per parte di madre, ha viaggiato indenne da rughe fino ai 60 anni, ma non è questo che conta davvero. Un’età importantissima è l’età del cuore, dei desideri, degli interess,i dei sentimenti, che può mantenersi sorprendentemente giovane fino a età anagrafiche degne di Matusalemme, l’altra, e qui si va nel delicato, è quella che dimostra la nostra salute. Ti auguro ogni bene e la giovinezza del corpo e dello spirito, per le rughe consiglio tanta cura (non rientra nel mio carattere) e tanto acido ialuronico.

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