Il castello di Limatola, lo scudetto del Napoli e i trenta minuti di illegalità

Lo sentite anche voi nell’aria?! Quel leggero “Gingol bè gingol bè”, quel “Merry Christmas”, quel “A te e famiglia” che comincia a risuonare nell’aria?! È la magia del Natale. E se molti attivano da ora in poi la modalità Grinch, altri non vedono l’ora di buttarsi a capofitto nell’incantato mondo fatto di renne, elfi, bastoncini di zucchero bicolor, campanelline e soldati in stile schiaccianoci.

A tal proposito, domenica scorsa sono stata al Castello di Limatola (Bn). Questa meta è il paradiso per gli amanti di mercatini di Natale e tipicità gastronomiche. Dalla Puglia, il viaggio per arrivare – circa due ore e mezza di strada – è piuttosto lungo. E sapere che passerai la giornata in un luogo dove troverai caos, bambini come se piovessero e musica di Natale condensati nello stesso posto non aiuta. O almeno non ha aiutato me. Solo una volta in viaggio ci siamo accorti che per accedere bisognava acquistare il biglietto online e che gli ingressi si dividevano in due turni. Quello del pomeriggio era già sold-out! Abbiamo prenotato il turno della mattina sapendo che saremmo arrivati tardi e affamati. E in effetti, siamo entrati nel parcheggio dedicato all’evento alle 13.15.

Castello di Limatola, (Bn), 2022

Insomma la giornata sembrava essere cominciata già in ritardo, però non ci lasciamo prendere dall’ansia e, arrivati all’ingresso, presentiamo il biglietto allo steward (si dice ancora così?!) che ci lascia passare. Erano quasi le 14:00 ed le pance già brontolavano. Entrando a corte – sarà per la fame – le prime cose alle quali ho fatto caso sono quelle tipiche casette di legno che presentano cibo di ogni specie, perlopiù grasso. Roba da farti venire l’acquolina. Proseguendo il nostro giro, siamo stati accompagnati in una salita dove da un lato ti proponevano il profumo di tal dei tali, dall’altro ti confezionavano al momento la pallina di natale con il tuo nome e poi ti invogliavano ad assaggiare miele e formaggi vari. Arrivati alle casette dei sette nani, Biancaneve e tutti gli abitanti della foresta ti proponevano vin brulé, bretzel, polpette e chi più ne ha più ne metta. Così i nostri buoni propositi di non-fermarci-per-mangiare-altrimenti-non-riusciamo-a-fare-il-giro sono falliti miseramente e mi sono ritrovata molto velocemente con un bretzel nella mano sinistra e un bicchiere di vino nella mano destra.

Solo che, arrivati alle 15:00, gli altoparlanti hanno cominciato a vociare che bisognava dirigersi verso l’uscita. Abbiamo fatto orecchie da mercante e proseguito il giro. E per fortuna aggiungerei, perché ci siamo imbattuti nel grande albero dei desideri, dove ognuno, grande e piccolo, ha fatto la sua richiesta a Babbo Natale. So che non è carino elencare i desideri degli altri, ma non potevo non proporne alcuni. Vi lascio qui sotto un piccolo elenco e poi mi dite se non ho fatto bene!

  • Caro Babbo, fai che il compito di grammatica vada bene
  • Per questo Natale, regalami una gioia… NO CORNA!
  • Famm piglià na bullett
  • Vorrei che la mia ragazza me la desse più spesso
  • Ciao, fai vincere lo scudetto al Napoli
  • Desidero essere ricco come Angelo

E ultimo, ma non meno esplicativo, “Tu sai!”, che più che un desiderio, sembra una minaccia.

Proseguendo, ci siamo ritrovati davanti a stand che tirano su i teloni: si sta chiudendo. Continuando a far finta di nulla, ci siamo avvicinati ad un giardino, ma i ragazzi della security – il più magro pesava 100 kg – ci hanno invitato a dirigerci verso l’uscita perché tanto “signò, nel giardino ci sono i limoni e le arance!”. Dopo questa epifania, siamo entrati ugualmente per dare un’occhiata e alla fine ci siamo acquattati sotto un albero per far passare quei 30 minuti tra un turno e l’altro, nell’illegalità più totale. Sembravamo degli studenti che tentano di rimanere nascosti in bagno dopo l’intervallo per evitare l’interrogazione a sorpresa. E dopo aver chiacchierato per 30 minuti con lo scenografo dell’evento, le luci si sono riaccese, la musica è ripartita, e siamo tornati alla nostra visita, più candidi dei tovaglioli inamidati che la mamma utilizza la domenica a pranzo! E ce ne vuole!

Fortuna che ci siamo dati a quei 30 minuti di illegalità, altrimenti non avremmo potuto vedere il castello illuminato per il Natale e le diverse installazioni, tra cui la biblioteca della Bella e la Bestia. Tra le altre cose c’era anche il Grinch – come ti capisco, amico mio – indiscutibilmente verde.

Il punto è che, non contenti dell’illegalità nella quale giravamo per il castello, abbiamo voluto rivedere le installazioni iniziali, tornando sui nostri passi. C’era però un percorso obbligatorio da seguire, che non prevedeva di tornare indietro ma portata tutti a dirigersi verso l’uscita. Insomma, anche lì abbiamo inventato una scusa bella e pronta se ci fermava qualcuno: ho-dimenticato-il-portafoglio-sulle-renne-illuminate-mentre-facevo-la-foto. E a seconda della zona dove ci trovavamo, cambiava la versione. I ragazzi della security, poveri illusi, non sapevano che ci eravamo fatti già il giro andata e ritorno del castello. Tutto, rigorosamente, al contrario! Ragazzi, un pò me ne vergogno, ma un pò anche no, perché due ore e mezza di strada sono sempre tante. Aaaahhh, cosa non si fa per il Natale… Sono certa che il Grinch capirebbe!

#tuttacolpadimurphy #ecciao

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14 pensieri riguardo “Il castello di Limatola, lo scudetto del Napoli e i trenta minuti di illegalità

    1. Giuro, c’era scritto. E in quello stile c’era anche quello che chiedeva che la moglie si impegnasse di più! 😅 Comunque credo che ci sia ancora tempo per modificare la letterina a Babbo, lui non è fiscale sulle scadenze come l’agenzia delle entrate ! 😂

      1. Sarà che hai ragione 😀😀😀😀😀sei troppo forte

      2. Io preferirei Grinch, sai per esperienza ho capito che spesso gli elfi vengono calpestati😀

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