Il calendario gregoriano, Jessica Fletcher e i trenini di Capodanno

Bene dai, adesso veramente ci siamo tolti queste feste dalle scatole. Ah no, scusate, dimenticavo: dobbiamo ancora sopportare “l’Epifania, che tutte le feste porta via”. Dopo questa, saremo liberi da incombenze festive.

Non so se ci avete fatto caso ma… è finito il 2022. In una notte – una notte?! ma che dico, in poche ore – siamo stati catapultati nel 2023. Alle 23:59 sei nel 2022, passano due minuti ed è già partito il 2023, insieme al trenino. Sembra un gioco di prestigiazione e invece è solo il nostro calendario gregoriano.

E come ogni anno, sentiamo il bisogno di ponderare il rischio con attenzione. Ci sono i precisini – quelli che stillano liste infinite di buoni propositi e giudizi sul tempo trascorso e sui mesi a venire – che il primo giorno di gennaio si siedono a tavolino con carta e penna e buttano giù le loro considerazioni nero su bianco. Tutta una sequela di resoconti personali e professionali che gli elencatori seriali stillano, costi quel che costi, manco fosse una questione di vita o di morte, ancora rincitrulliti dai fumi della nottata appena trascorsa.

Che poi uno dice “Arriva Gennaio e io che cosa ho imparato?”. Come se l’inizio del nuovo anno dovesse per forza portare con sé la promessa di una mistica quanto spontanea epifania, di una provvidenziale scoperta dell’acqua calda. Ci credo che ogni nuova annata senta il peso delle sue responsabilità. Come se tutto dipendesse da lei, da quanta fortuna ha in serbo per noi. Per questo motivo, il 2020 e il 2021 non si sono mai ripresi dalla batosta. Il 2022 ha sfiorato la terza guerra mondiale e ha portato i pochi ultimi che ne erano rimasti esenti direttamente alla psicanalisi. Poi, zoppicando zoppicando ha concluso il suo lavoro. Male, ma l’ha portato a termine.

Ci sono poi alcune certezze che – nonostante la pandemia, il lockdown, le mascherine, i tamponi, la guerra mondiale e la minaccia nucleare – non potranno mai venire meno. Quelle sicurezze che, prima, durante e dopo il salto nell’anno nuovo, sono intramontabili ancore di salvezza nella mia vita. Quelle che, passati gli anni, sono ancora lì in pianta stabile per lasciarmi quella convinzione che non tutto è perduto e che a qualcosa ci possiamo ancora aggrappare. Perché a qualcosa dovremmo pure aggrapparci. So che molti di voi stanno pensando “Sì, aggrappiamoci a stoc****!”. Ma ci ho pensato e ripensato: una speranza c’è. Ad oggi non so se posso parlare di grandi epifanie. Però qualcosa posso dire di aver imparato alla luce di tutto ciò che è successo in questi ultimi tempi. Di seguito, trovate l’elenco incompleto dei 5 fondamentali giubbotti di salvataggio della mia vita, senza i quali mi sentirei persa.

  1. La capacità di dimenticare sistematicamente di acquistare un accendino per casa. Puntualmente, quando voglio accendere una candela, ricordo di non averlo e sono costretta ad avvicinare uno stuzzicadenti alla fiamma del gas.
  2. La presenza di Jessica Fletcher in televisione: toglietemi quello e andrò alla deriva come una barca senza bussola – no Orietta, non possiamo andare avanti finché la barca va! Jessica rappresenta quella zia a cui tutti vogliono bene e che ti suggerisce, anche solo con uno sguardo, qual è la cosa giusta da fare. Ovunque vada scappa il morto e lei si sente in dovere di risolvere il caso. Per questo motivo è considerata anche un po’ rompi*****. Ma averla lì a portata di mano aiuta a sentirsi coccolati e protetti.
  3. Il doppio “Ciao” quando non ricordo il nome della persona che sto salutando: suona come “Ciao Coso”, ma sembra meno brutto! Quindi esce fuori un “Ciaooo… ciao…”.
  4. I trenini di capodanno. Ci può essere stata la pandemia, il covid, l’aumento del costo della benzina e del carovita in generale, basta sentire “Brigitte Bardot Bardot”, ché subito parte il trenino e chi lo prende più?! Tutti partecipano: dalla signora cotonata all’avvocato affermato e nel pieno delle sue capacità intellettive. Al trenino non c’è scampo, sempre e per sempre!
  5. Il regno assoluto della regina Elisabetta. Unica e intramontabile icona cult che per 70 anni – sì, avete letto bene, 70 anni – ha sfoggiato i suoi tailleur dai colori sgargianti e sempre abbinati alla perfezione!

Questo, chiaramente, è solo un elenco di alcune certezze alle quali ho pensato come ancore di salvezza per la mia sanità mentale. Come dite?! CHE COSAAAA?! Je-Jess… Jessie non c’è più?! Ma come?! Quando è successo?! L’avevo lasciata che stava così bene. Una bella signora sui 96 anni col sorriso sempre smagliante! Oh, che disperazione! Adesso vagherò senza una meta. Però, menomale che possiamo comunque continuare a vederla su Rete4 all’ora di pranzo. Almeno quello! CHE-CHE-COSAAAA?! L’hanno sostituita con “La Signora del West”?! No, ragazzi. Non ci credo. Non possono averlo fatto per davvero! Jessica Fletcher non si tocca! Qualcuno mi mandi il numero di Rete4: devo fare un esposto!

Beh, almeno abbiamo ancora lei: Lilibeth! La regina indiscussa di tutte le feste! Co-Come dite?! La regina Elisabetta è morta qualche mese fa?! CHE-CHE-COSAAAA?! Ma dite davvero?! State parlando della seconda regina Elisabetta, quella dei cani corgi e dei cappelli improbabili?! Quella che doveva seppellirci tutti?! Ragazzi, mi manca l’aria. Qualcuno chiami un’ambulanza!

Ehi, 2023, io ti avviso: questa non è un’esercitazione! Cerchiamo di partire con il piede giusto, o qua faccio un casino! Vedi come ti devi mettere.

#tuttacolpadimurphy #ecciao

10 pensieri riguardo “Il calendario gregoriano, Jessica Fletcher e i trenini di Capodanno

  1. Io sto perdendo molti colpi, con la memoria, ed inizio a dimenticare sistematicamente i nomi di tutti. Poi magari qualcuno, dopo vari minuti, mi sovviene… ma sempre troppo tardi.
    Per cui trovo enorme imbarazzo quando vengo salutato da un caloroso “ciao Andrea!” ed io non riesco a ricordare il nome di chi ho di fronte.

    1. È lì che scatta il “Ehiii ciaoooo, come stai?” A cominciare la conversazione. Io trovo sia più grave quando ti trovi a parlare con una persona, ma non ricordi chi sia. Mi è successo la settimana scorsa: lei ha subito capito che non l’avevo riconosciuta ma non ha detto nulla. Quando ha nominato il figlio mi si è accesa la lampadina. Che figura! 😅

      1. Ma a me l’imbarazzo sorge anche con persone che vedo spesso, tipo colleghi o vicini.
        Mi si chiude il “link”, non riesco proprio a farmi venire in mente il nome. Oscurità da eclissi per alcuni minuti, poi mi torna in mente.
        Mi chiedo se capiti più o meno a tutti, o solo a me. Io, che avevo una memoria di ferro, sto vivendo malissimo questa situazione.

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