Scusate, ma non so se è chiaro: siamo già a marzo! So che sembra sciocco farlo notare, ma in fondo così non è. Perché per parte mia ho vissuto un inizio dell’anno col botto. In che senso?, direte voi. Eh, inutile precisarlo: vengo fuori da un inizio anno un po’ turbolento. Parecchio turbolento. Motivo per cui, sapere che siamo già a marzo mi dà carica. Si sa, il grande ostacolo del nostro inverno è febbraio, mentre con marzo si entra già nella primavera. E a me la primavera fa sempre un certo effetto.
L’inizio dell’anno, invece, ha portato un pizzico di scompiglio generale. Poco male, penserete voi, così non ci si annoia mai e si spezza la routine. Però, amici, dipende dalla natura dello scompiglio. Perché se invece di spezzare la routine quotidiana, ti spezzi le gambe, non ci trovo più nulla di piacevole. Cioè, va bene fare nuove esperienze, però a tutto c’è un limite.
Per prima cosa, c’è stata l’ustione sull’avambraccio. Ve la spiego semplice come è capitata: fase di stiratura serale con ferro cocente, Netflix acceso sull’ultima stagione di Breaking Bad e tanta disattenzione. Il che si riassume in “Ustione potente, 10 giorni di crema all’argento per evitare infezioni e una garza fissa sul braccio”. Poi ho dovuto sorbirmi l’influenza intestinale di cui non vorrei troppo parlarvi per non urtare la sensibilità di qualcuno. Vi basterà sapere che, nonostante non mangiassi e non bevessi, ho passato tre giorni abbracciata stretta stretta a quella tazza in porcellana che tutti abbiamo in bagno. Infine lo strappo all’interno coscia. E non mi chiedete compiaciuti se questo dolore è legato a qualche improbabile posizione del Kamasutra perché a nulla serve propinarmi quel sorriso sornione: si tratta solo di un movimento sbagliato in palestra. Movimento che mi ha portata ad indossare cerotti riscaldanti e a prendere antinfiammatori per ridurre il dolore o quantomeno riuscire a camminare senza zoppicare. Insomma, i primi mesi di questo nuovo anno non sono passati inosservati. Eravamo ancora a inizi febbraio, e non vedevo l’ora che arrivasse aprile: il mese del mio compleanno è il mio mese preferito, e poi inizia veramente la primavera!
Se a questo aggiungiamo il lavoro frenetico con i suoi spostamenti vari, la vita che ci sfugge dalle mani ogni giorno di più, in meno di qualche settimana potrò dire che il peggio è passato. Perché non so dalle vostre parti, ma qui in Puglia, gli alberi sono già in fiore (lo so, non è un bene ma tant’è!). E proprio a proposito di fiori vorrei fare un appello ad una figura che si aggira per le nostre città, indomita.
Amico che la sera della festa in onore delle donne distribuisci rose che hanno l’odore della naftalina – nonostante tu faccia il tuo giro in bici – affaccendandoti vicino ai tavolini di coppiette e non solo, rifilandoci sempre la frase di rito “Combra la rosa, combra!”… vorrei chiederti una cosa e spiegartene un’altra. Eccerto, caro amico del Bangladesh. Innanzitutto vorrei sapere per quale motivo cerchi imperterrito di vendere i tuoi fiori ai tavolini dove vedi sedute solo donne. Vero è che ormai abbiamo compiuto passi da gigante in fatto di tolleranza e che quindi non sarebbe strano se una donna offrisse una rosa ad un’altra donna. Però per esperienza, senti una sciocca come me, se due donne sono sedute ad un tavolino la sera dell’8 marzo, nel 90% dei casi stanno parlando male di un’altra donna, o stanno inveendo contro un uomo. Quindi è molto probabile che la tua presenza non sia gradita. Ma questi, come tu mi insegni, sono i rischi del mestiere. E fin qui, mi sono anche un po’ risposta da sola.
Poi però, te l’avevo anticipato, amico del Bangladesh, devo spiegarti una cosa di rilevanza fondamentale. Per l’essere umano di sesso maschile non esistono sfumature di colore. E tu che sei venditore ambulante di rose sai bene che il significato abbinato ad ogni colore ha una sfumatura essenziale. Rosso Rubino: passione. Corallo: fascino. Arancio: amicizia. Pesco: delicatezza. Per l’uomo, invece, esistono solo il rosso, il bianco, il nero. Al massimo il blu, che è già una sfumatura del nero. Quindi prepara bigliettini con spiegazioni la prossima volta, in modo che i nostri cari possano scegliere con criterio. Grazie, amico del Bangladesh, all’anno prossimo, o alla prossima festa!
#tuttacolpadimurphy #ecciao
Il messaggio all’amico del Bangladesh me lo segno, metti mai che mi serva nel 2024 😂 E per il resto beh… diciamo che da qui può solo migliorare!
C’è sempre un amico del Bangladesh dietro l’angolo. Se nn sono rose sono ombrelli! 😂 Ma gli voglio bene anche per questo. Rispondono alle nostre esigenze ora ancora di noi! 😍😂
O lucine colorate 🤣
Questa non mi è mai capitata! Solo palloncini trasparenti e illuminati accalappia bambini! 😂😂😂